Nella bassa Val di Sole viviamo una giornata tra eventi culturali e tipicità rurali.
Se di luce si tratta, sicuramente è un raggio di sole che tocca la terra. Con queste parole si potrebbe descrivere il senso di speranza e di attesa che accompagnano tutte le iniziative che si sviluppano a partire dalla campagna.
I prodotti della terra, le grandi risorse del passato e tutto quanto significa innovazione e re-invenzione della tradizione rappresentano delle valide risposte per rilanciare l’economia dei nostri territori.
Lo sanno bene a Caldes, in valle di Sole, dove da nove anni si promuove Arcadia, la manifestazione che intende rilanciare il valore dell’agricoltura e delle tradizioni ed essa collegate.
Due giorni intensissimi di festa, proprio in occasione del solstizio d’estate, per avvicinare le genti solandre ed i numerosi ospiti alle radici di questa cultura. Lungo le vie del centro, negli avvolti riaperti al pubblico dopo tanto tempo, nelle corti delle case patrizie e nella grande piazza centrale si è svolta questa festa che vuole essere, prima di tutto, un grande tributo alla ruralità.
Una cinquantina di espositori che hanno presentato prodotti artigianali, trasformati e cosmetici, ma anche birre artigianali, formaggi e salumi prelibati, accanto a opere artistiche, piante officinali e medicamentose. Il tutto accompagnato dall’onnipresente musica folcloristica e popolare scandita da moltissimi gruppi e bande provenienti da tutto il Trentino e da molte regioni italiane.
Un festival della musica di piazza con esibizioni tutt’altro che scontate e ricche di una partecipazione giovanile entusiasta quanto sorprendente.
A fare da sfondo anche la grandi novità che attendono il primo paese solandro che incontriamo quando saliamo verso la valle e che riguarda il suo maniero.
L’apertura di Castel Caldes, con la mostra degli artisti locali e lo spazio riservato alla cultura solandra, rappresenta un fatto di straordinaria importanza, non solo per questa valla, ma per tutto il Trentino.
Del resto l’aria di Caldes, per usare una felice espressione medievale, rende liberi. Libera cioè l’arte e la creatività riproducendo quella che oggi è stata definita la “scuola di Caldes”. È stato così con Paolo Vallorz, fondatore di questa scuola spontanea di artisti, ed è stato così con Luciano Zanoni, artigiano ed artista del ferro che ha creato un genere scultoreo tutto particolare a partire dalla sua bottega di fabbro, poco distante dal centro di Caldes, dove oggi lavora con il figlio Ivan.
Arcadia rappresenta anche la festa dell’orgoglio solandro ovvero di quel sentimento che porta questa comunità a riscoprire ed in gran parte a riappropriarsi delle sue tradizioni per inserirle anche nel grande circuito turistico.
Non una svendita, sia chiaro, ma la celebrazione di un’identità che può diventare nuova opportunità di sviluppo attraverso un’agricoltura dal profilo e dall’anima alpina ed un turismo diffuso sul territorio. Un modello che tenta di affiancare, in uno spirito di complementarietà, le grandi strutture ricettive del passato, con un’idea sostenibile e agrituristica dell’accoglienza di domani.
