CIMA OLMI m 2656 (ILMENSPITZ)

Attività:

  • Difficoltá
  • Durata:
    ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

Proponiamo una lunga, impegnativa ma entusiasmante escursione nella Catena delle Maddalene. Si tratta di Cima Olmi m 2656: sono circa 13 km di lunghezza per 1500 metri di dislivello.

Cima Olmi
E’ tra le cime più alte delle Maddalene, sfiorando i 2700 metri. Si trova grosso modo nella parte centrale della Catena, a ovest di Proves. I panorami sono grandiosi, selvaggi e solitari, come piace a noi, come del resto si trovano in quasi tutta la catena, dove si ha il privilegio di camminare tutta la giornata incontrando pochissime persone :). Potete trovare in fondo a questa pagina altre escursioni nelle Maddalene, ovvero quasi tutte le cime più importanti. Per un panoramica di questa splendida zona montagnosa, sul confine tra la Val di Non e la Val D’Ultimo (Alto Adige), vi rimandiamo alle puntate andate in onda in tv.

Percorso
Raggiunta la zona di Rumo, a Mocenigo si scende brevemente in direzione dell’imbocco della Valle di Lavazzè. In Località Palù (bivio con cartelli) si sale brevemente fino ad un’area pic nic a quota circa 1140, con fontana e piccolo parcheggio dove si lascia l’auto. Si prende quindi la lunga, anzi eterna, strada forestale con segnavia 113A, che sale con pendenza moderata ma graduale. A quota 1325 il primo bivio. A quota 1572 incontriamo Maso Bernardi, che di un maso ha ben poco l’aspetto poiché si tratta di una piccola baita nel bosco fitto, utilizzabile come bivacco alla bisogna, con tavolacci, focolare eccetera. Poco dopo il bivio col segnavia 147, la strada si impenna e, sempre seguendo il sentiero 113A, si sale ripidamente in un angusto vallone, tra erba alta: a un certo punto si cambia versante e salendo una erta si costeggia il torrente fino ad avvistare il bel Bivacco Forestale a m 1830 (con sorgente), sempre aperto e piuttosto confortevole. Dal bivacco il sentiero risale il vallone che ora si fa più ampio, e rimontando un costone si arriva alla bellissima conca col Lago Cemiglio m 2267. E fin qui sono già oltre 1100 metri fatti di dislivello. Si sale ancora, senza problemi, con sentiero discretamente segnato, fino al Passo Cemiglio m 2405, dove si vede, nella conca sottostante, un altro incantevole lago, il Seefeld See. Ancora uno sforzo ed è fatta: dal passo si percorre un traversone, a tratti disagevole su sfasciumi, ci si infila nella bella valletta tra i due crinali che scendono dalla cima, dove si incontra il sentiero 18 che sale dalla malga Seefeld Alm sul versante altoatesino. Si sale con pendenza modesta fino alla base della vetta, quindi si rimonta una ripida erta finale fino in vetta, con grande croce in ferro e un piccolo capitello. Panorama grandioso, in parte compromesso, per noi, da una giornata nuvolosa. In fondo alla valle di vede bene la Malga Bivacco Val.

Il ritorno
Essendo un giro ad anello, il rientro avviene per il versante opposto. Dalla cima si cala ripidamente sul “rognoso” versante est di sfasciumi, a tratti franoso, piuttosto disagevole, con brevi passaggi di primo grado su roccette, fondo ghiainoso e piccoli salti di roccia. Nulla di drammatico, ma è bene badare a dove si mettono i piedi. Calati un po’ faticosamente per la impervia e stancante parete, si raggiunge facilmente il Passo Termen 2252. Di qui si cala finalmente, in modo più tranquillo, per prati fino alla Malga Bivacco Val m 1925, attualmente chiuso per ristrutturazione. Da qui inizia la strada forestale che ci porterà a valle. Chi pensa di aver compiuto la maggior parte della fatica si sbaglia: la strada è a tratti ripidissima e con fondo cementato, e mette a dura prova piedi e gambe, che hanno già macinato parecchio dislivello. Si cala faticosissimamente per quasi 700 metri di quota, per la strada che pare davvero eterna. Bisogna quindi fare molta attenzione a circa 1200 metri di quota, perché non si deve assolutamente mancare la stradina (carrozzabile) che rientra sul versante opposto traversando un ponticello, quindi per prati si punta alla casa isolata nei pressi della quale si trova il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.

testi e foto di
Alessandro Ghezzer

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