Cima Portule – Altopiano di Asiago – Passo Vezzena

Attività:

Sci alpinismo

  • Difficoltá
    Difficile
  • Durata:
    1 ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    2308m slm

Impegnativa ascesa alla vetta del Portule per la ripidissima parete ovest

L’imponente cima deI Portule svetta con la sua sagoma inconfondibile sulle montagne che chiudono a sud la Valsugana, nella Catena di Cima Dodici-Ortigara che fa da confine tra Trentino e Veneto. Al tramonto Cima Portule si staglia nel cielo illuminata dal sole fino all’ultimo.

Cima Portule m 2308

Il Portule, col suo ripidissimo versante ovest, è una classica di sci alpinismo della zona dell’Altopiano di Asiago – Passo Vezzena. E’ una cima molto frequentata anche dai “ciaspolari”, che possono accedere anche dal più comodo versante sud, una lunga e ampia dorsale che parte da Bocchetta Portule. Noi proponiamo un giro ad anello, con la salita per l’erto versante ovest e discesa per la panoramica dorsale sud. Gli sciatori più tosti potranno invece buttarsi giù per la muraglia ovest.

Percorso

Da Passo Vezzena si prosegue entrando in provincia di Vicenza, scendendo per diversi chilometri fino a quota 1172, dove si incontra il bivio per Rifugio Larici. Si risale per strada asfaltata con numerosi tornanti fino a quota 1611 fino a poco prima del rifugio, dove si parcheggia. Si piega quindi ad est verso Malga Larici di Sotto m 1625, che si raggiunge in pochi minuti. Si continua a seguire la vecchia strada militare che attraversa in costa il Bosco di Costa Larici e si inoltra con un ampio giro nel vallone fino all’impluvio tra Cima Larici e Cima Portule, che ci appare ora in tutta la sua imponenza, con la ripida parete ovest e il lungo crinale a sud. Superato l’impluvio si attacca la parete (di solito ci sono molte tracce di salita di sci), traversando una zona di mughi, che obbliga spesso a salire per la massima pendenza. Guadagnato un centinaio di metri di quota, il pendio si fa ampio e senza vegetazione, permettendo una più facile manovra con gli sci. La pendenza è molto sostenuta e anzi si fa più impegnativa man mano che si sale, obbligando a molte inversioni. Questo è un versante che fa affrontato con neve sicura e assestata, in caso di neve dura e ghiacciata (tutt’altro che improbabile vista l’esposizione ai venti e al sole, col rigelo notturno) possono essere necessari i rampanti per gli sci, o i ramponi se si sale a piedi. Se si sale con le ciaspole il percorso è molto impegnativo perché si è obbligati spesso a salire per la massima pendenza, poiché camminare in costa con le ciaspole è molto scomodo. Si risalgono i 530 metri di dislivello con una certa fatica: anche se non ci sono difficoltà tecniche particolari, è bene comunque saper eseguire le inversioni (a valle e a monte) molto bene. Prima di sbucare in vetta è possibile dover superare una grossa cornice di neve: di solito “l’uscita” è nell’intaglio tra l’anticima Kempel e Cima Portule. Il panorama dalla vetta è semplicemente grandioso: si perde a ovest nelle vaste spianate verso Cima Dodici e, più lontano, verso Cima Undici e l’Ortigara, teatro di spaventose carneficine durante la Grande Guerra. Verso ovest la vista spazia sull’Altopiano delle Vezzene, con le cime di Manderiolo e in lontananza il Piz di Levico. A sud ovest spicca Cima Verena mentre a nord si estende in tutta la sua imponenza la parte occidentale della Catena del Lagorai.

Ritorno per la dorsale sud

Il rientro è molto semplice, in quanto avviene dalla croce di vetta seguendo l’ampia, facile e panoramica dorsale sud che scende gradualmente, con diversi tratti quasi pianeggianti, verso Bocchetta Portule m 1937. Attenzione in caso di nebbia o scarsa visibilità, l’orientamento può essere molto problematico anche per la presenza di molti avvallamenti e profonde doline di origine carsica. Raggiunta la bocchetta Portule si possono osservare ancora le fortificazioni in caverna che ospitavano postazioni di artiglieria (la famosa “cannoniera”), oltre alla stazione di arrivo di una teleferica, e cisterne d’acqua, ancora perfettamente conservate, che rifornivano il fronte. Dalla bocchetta si rientra al punto di partenza per la lunga strada militare, con alcuni tratti in leggera salita, che costeggia la Val Renzola fino a Malga Larici.

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