CIMON DI BUSA GRANA m 2510

Attività:

  • Difficoltá
  • Durata:
    ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

Lunga e impegnativa escursione nella Catena del Lagorai – 4 settembre 2008
Questa settimana proponiamo una bellissima e lunga escursione con salita al Cimon di Busa Grana m 2510, nella Catena del Lagorai. Il percorso è impegnativo, non tanto per le difficoltà tecniche, tutto sommato modeste, quanto per il fatto che si svolge in buona parte fuori sentiero, seguendo vaghe tracce in ambiente severo, assolutamente selvaggio e solitario.

Cimon di Busa Grana m 2510
In rete si trovano stranamente poche notizie su questa magnifica cima, probabilmente per il fatto di essere in posizione isolata e lontana dai sentieri più frequentati. Il Cimon di Busa Grana fa parte della frastagliata dorsale che da Cima Stellune, m 2605, digrada verso nord ovest fino a Cima dell’Inferno m 2333. L’avvicinamento è abbastanza lungo (nel nostro caso un po’ piu corto poiché eravamo attendati nella conca sotto il Monte Tuschere). In ogni caso le vie di avvicinamento sono principalmente due: da Passo Manghen m 2047 per sentiero 322a e 322, oppure dalla Val Campelle da Ponte Conseria m 1468 per sentiero 317 e 318. Noi suggeriamo l’avvicinamento da Passo Manghen, sono circa 2,5 ore di cammino a Frocella Valsorda, ma col vantaggio di essere già in quota. Si passa per l’incantevole Lago delle Buse, quindi si attraversa il meraviglioso versante nord del Montalon, si aggira la Pala di Becco e si arriva a Forcella Montalon col suo caratteristico laghetto: ancora 1 ora e 20 e per pietraie, sempre seguendo il sentiero 322, si arriva finalmente all’ampia testata della Val delle Stue, con la grandiosa Forcella Valsorda e il fantastico Lago delle Stellune dai colori cangianti dal verde cupo all’azzurro cobalto.
La nostra idea era di tentare la cresta ma, saliti rapidamente alla Forcella Moena m 2294, che vale comunque una visita per vedere la magnifica Val Moena dall’alto, ci siamo resi conto che la cresta era troppo rognosa per degli escursionisti, ovvero c’è da arrampicare su rocce esposte. Siamo quindi tornati indietro, ridiscendendo di circa 100 metri dalla forcella per intercettare una traccia, abbastanza evidente, che percorre il lato sud sul ripido, ma facile, costone erboso, che permette di aggirare tutta la cresta fino ad un forcella senza nome a quota 2295, antistante il roccioso e temibile Cimon del Terzo. Qui le tracce “sicure” praticamente scompaiono: se ne intravedono due, molto vaghe, una bassa e una alta. Noi seguiamo per un po’ la traccia alta, poi puntiamo decisamente a un ripido canalino che sbuca, superandolo, a ridosso del Cimon del Terzo a quota 2463 metri. Saliamo perciò con attenzione per balze erbose e roccette, aiutandoci con le mani, fino alla cresta che diventa dorsale pianeggiante facile e abbastanza larga, con le grandiose visioni della Val delle Stue a sud e col lago delle Stellune, sovrastato dall’inconfondibile piramide di Cima Stellune che domina il paesaggio. Si procede quindi per la dorsale fino alla base del Cimon Busa Grana, la cui salita però non appare molto amichevole: si arrampica con attenzione, con diversi passaggi di 1° grado, lungo il filo della cresta sud est fino alla cima, con grande croce in legno. Strepitoso il panorama, davvero vastissimo e a 360°: verso nord ovest si apre la fantastica conca del Forame col laghetto omonimo, verso ovest la Val delle Stue, a sud la catena del Montalon e cime famigliari: Stellune, Lago delle Stellune, Cima delle Buse, e più a ovest vediamo il Ziolera…

Il ritorno
Dopo una meritata sosta, le foto di rito e la firma sul libro di vetta, iniziamo il rientro, proseguendo per la bella, facile e panoramica cresta verso ovest, sotto di noi la verdeggiante conca del Forame. Non sappiamo ancora dove poter scendere per rientrare sul versante della Val delle Stue, al primo canalone buono ci molliamo giù. Raggiungiamo il Cimon di Busa Bella m 2388, ma evitiamo il canalone-canyon sottostante che appare molto impervio e insidioso. Proseguiamo per la dorsale e superiamo quindi una cima senza nome quotata 2451, dopo la quale ci si spalanca di sotto un ripidissimo vallone erboso, segnato da alcuni canalini da erosione. E’ ripido ma si può fare 🙂 Caliamo velocemente di quota perché le rocce in alto ci sembrano piuttosto instabili, per fortuna l’erba è tutta “gradinata” e quindi la discesa è meno difficile di quel che poteva sembrare. Appena il canalone si allarga ci spostiamo sotto il costone della cima quotata 2451 fino a quota 2105 per intercettare una stradella forestale che cala gradualmente verso sud ovest fino a incrociare il sentiero (senza numero) che sale da Malga Stue Bassa e che cala fino a Malga Cazzorga m 1845. Qui facciamo una breve sosta, visitiamo il bivacco bruttino e disadorno. Ora ci aspetta l’ultima faticata, col sentiero 362 risaliamo verso forcella Montalon e quindi rientriamo per lo stesso sentiero dell’andata (nel nostro caso un po’ più breve visto che avevamo la tenda poco distante 🙂

testi e foto di
Alessandro Ghezzer

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