Campiglio: Giro dei 5 laghi e salita al Monte Serodoli (2708mt)

Attività:

Trekking

  • Difficoltá
    Medio
  • Durata:
    oltre le 8h ore
  • Lunghezza
    14 km
  • Dislivello
    1100 m
  • Altitudine Massima
    2708m slm

Gruppo della Presanella

Questo è un giro davvero fantastico nei pressi di Madonna di Campiglio, nel Parco Naturale Adamello-Brenta: viene definito “Giro dei 5 laghi” poiché si snoda lungo un percorso che tocca ben 5 splendidi laghetti, tutti sopra i 2000 metri: Lago Ritorto (2055), Lago Lambìn (2329), Lago Gelato (2393), Lago Seròdoli (2370) e Lago Nero (2246). In realtà con il Lago Nambino, più in basso, sono sei. Per i più ardimentosi, del tutto fuori traccia e per faticosi sfasciumi, c’è la salita al Monte Seròdoli di m 2708.

Descrizione ambientale

Siamo nel Gruppo Adamello – Presanella, più precisamente nel settore orientale del Gruppo della Presanella. Il percorso proposto parte poco sopra Madonna di Campiglio, dove si concentrano numerosi e bellissimi laghi alpini che in alcuni tratti, specie attorno al Lago Gelato, ricordano molto certi paesaggi della Norvegia. La salita al Monte Seròdoli è faticosa e senza alcun sentiero o traccia, ma col bel tempo e buona visibilità vale senz’altro la pena per il grandioso panorama, molto interessante anche la pietraia “lunare” del fianco est, dove si possono incontrare facilmente i camosci. Proponiamo un itinerario ad anello discretamente lungo, circa 14 km di lunghezza e con un dislivello complessivo, se si considera la salita al monte Seròdoli (la parte più impegnativa), di circa 1100 metri. Il rientro avviene sul versante sud del Pancugolo.

Percorso

Subito a monte di Madonna di Campiglio si prende brevemente (circa 1 km) la strada per il Lago Nambino fino al parcheggio. In circa 20 minuti su facile mulattiera si sale fino allo splendido Lago Nambino 1770, un po’ troppo frequentato per i nostri gusti. Fuggiamo subito prendendo il sentiero 266 che si inerpica sul ripido costone, con vista magnifica sulla conca del Lago Nambino. Rimontato il costone sbuchiamo alla conca Busa dei Cavai: del laghetto segnato sulla carta non c’è traccia però, essendo completamente intorbato. A parte un cartello la segnaletica a terra è scarsa, comunque prendiamo il sentiero 217 che rimontando facili balze verso sud ovest si inoltra nella valletta che conduce al bellissimo Lago Nero m 2246 (e non “Neco” come riportato sulla Kompass).

Dal laghetto si sale per sentiero su sfasciumi lungo il torrentello, fino a sbucare al Lago Sereòdoli a 2370 metri di quota. Pochi metri più in alto il bivacco Baito Seròdoli m 2385, (ricovero) ridotto in condizioni precarie, quasi inabitabile con le porte scardinate: un vero peccato che in un posto così bello vi sia un bivacco per nulla accogliente. Proseguiamo verso Passo Nambrone con il sentiero 217: ci imbattiamo in diverse polle d’acqua trasparenti con belle colonie di candidi eriofori. Dopo qualche centinaio di metri avvistiamo il grande Lago Gelato m 2393, dalle acque di un incredibile color cobalto. Proseguiamo costeggiando il lago finché il sentiero si impenna improvvisamente: siamo arrivati alla dorsale nord che conduce alla cima del Seròdoli. A poca distanza c’è il Passo Nambrone a quota 2460.

Attacchiamo la dorsale per un’erta rampa di macereti: siamo un po’ dubbiosi perché non c’è nessuna traccia, neanche vaga, di passaggio umano, e un roccione impedisce di vedere oltre. Saliamo faticosamente, tenendoci a ridosso del crinale piuttosto tormentato, lungo il versante est che è un po’ più praticabile (quello ovest precipita sulla “Buca degli Spini” ed è meglio tenersi alla larga), sfruttando “viottoli” erbosi ed evitando le pietraie più faticose e gli insidiosi salti di roccia. Finalmente la nebbia che incombe sulla cima apre uno squarcio e possiamo vedere la vetta. Saliamo ancora faticosamente alla base della ripida piramide finale (qui troviamo nell’ultimo tratto delle strane sigle rosse su dei sassi). Dalla cima si vede poco o nulla e, poiché la nebbia incombe, decidiamo di scendere subito.

Il rientro

Trovare il sentiero che scende è un altro rebus: secondo la cartina e “Cime e Sentieri” dovrebbe scendere per la dorsale est del Seròdoli, ma del sentiero non c’è traccia. Ci soccorre una schiarita e, individuata la dorsale, caliamo per la noiosa e faticosa sassaia: proprio sul crinale alla base della cima troviamo finalmente degli ometti e un segno rosso scolorito. Di qui in poi il pendio è pratoso e si cala facilmente per balze, con il solo aiuto nell’orientamento di qualche ometto di pietra qua e là.

La direzione comunque è chiara e punta al sottostante Lago Lambin 2329. Di qui in caso di emergenza o maltempo si potrebbe rientrare al Lago Nambino per segnavia 269 ma sarebbe un peccato: proseguiamo quindi per il sentiero 232 al vicino Passo Ritorto m 2275 (circa 10 minuti) che si affaccia sulla magnifica conca con il Lago Ritorto m 2055. Si cala ancora in costa sopra al lago per sentiero finalmente facile (non a gradoni come per tutto il giorno!) fin sulla riva. Qui si i prende il bel sentiero pianeggiante 232 che con un lungo traverso conduce (alcuni passaggi sono protetti da funi) a 5 Laghi m 2064.

Qui il paesaggio cambia purtroppo di botto, sconvolto da un cantiere per la costruzione della nuova funivia. Col paesaggio bucolico è spartita anche qualsiasi ulteriore segnaletica per prendere il sentiero che dovrebbe calare fino a Patascoss. Ci accontentiamo quindi di scendere mestamente lungo la stradina sterrata di servizio degli impianti. Arrivati sulla strada asfaltata presso il villaggio Patascoss percorriamo gli ultimi 2 km scarsi per arrivare al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.

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