14 Maggio 2020

In sella con Daniele Rinaldi: l’inventore con la passione per la bici e la montagna

di: Alessio Migazzi

Daniele Rinaldi è un inventore, progettista e telaista con una grande passione per lo sport e in particolare per le biciclette. Già da bambino si è appassionato ad ingranaggi, bielle e incastri sviluppando una curiosità innata che lo ha portato a brevettare un suo modello di telaio per un segmento recente nel mondo bike: le cargo bike.
Un telaio innovativo che si avvale di un’altra sua invenzione, un sistema di sterzo anteriore, ammortizzato e basato su doppia ruota, cosa che sino ad ora avevamo visto solo su scooter.
Daniele ha da poco realizzato il sogno di aprire una propria officina, a Tirano, ricavando uno spazio in uno dei capanoni di quella che fu la Cartiere della Valtellina SpA, un’azienda che fino al 2008 dava lavoro ad oltre 80 operai e da allora giace in stato di semiabbandono ed in attesa di qualcuno, che come Daniele, si faccia carico di ridare vita ad un pezzetto di quest’area.

Daniele, come è nata la tua passione per i telai e cosa ti ha spinto a dedicare anima e corpo a questo settore?

Bella domanda. Da piccolo non stavo mai fermo, non c’era modo di tenermi fermo. Ho giocato per anni a tennis, poi mi sono avvicinato al mondo della mountain bike partecipando ad un corso di istruttore di mtb, sono diventato il più piccolo istruttore S.I.M.B. italiano: avevo 16 anni.
Dalla prima ‘front’ mi sono innamorato subito delle biammortizzate per godermi meglio ed in sicurezza le discese fantastiche dalle montagne. Il motto era: più in alto vai, più lunga è la discesa!
La voglia di conoscere a fondo il funzionamento delle cose ha fatto il resto, così mi sono messo a studiare geometrie, sospensioni ecc e con un amico artigiano ci siamo messi a costruire i nostri primi telai. Lui era il braccio ed io la mente. Negli anni l’esperienza è cresciuta, era il 2010, e gli orizzonti si sono allargati.
Ora guardo a mercati meno tradizionali ma sicuramente interessanti: le cargobike.

Una passione che ha portato ad un brevetto oggi utilizzato anche fuori dai confini nazionali…

Il settore delle cargobike mi ha incuriosito molto, sul mercato non ho trovato niente che rispondesse alle mie esigenze.
La ricerca di una bici con capacità di carico che mantenesse le caratteristiche di una bicicletta tradizionale – facilità di guida – mi ha portato a sviluppare un sistema di sterzo a doppia ruota indipendente.
Questo sistema permette di guidare – le mie bici cargo – con estrema facilità e sicurezza, in qualsiasi condizione di guida e di carico.
Obiettivo raggiunto visto che il sistema è oggetto di un brevetto mondiale, visto il suo ottimo feeling di guida che ti permette di inclinare il veicolo come una classica bici ma con molta più stabilità e sicurezza (concetto sdoganato dello scooter Piaggio MP3 n.d.r.)


A breve sarà sul mercato anche un monopattino di un cliente, la 8Tev, che ha installato il mio sistema di sterzo sul suo monopattino elettrico, superfluo dire che il mezzo è una bomba!
Il primo e unico monopattino a doppia ruota tiltante (inclinabile) in commercio.
Mobilità elettrica leggera, disabilità i prossimi passi

Quanto ha inciso sul tuo lavoro l’avvento della bicicletta elettrica?

Molto, moltissimo. Ho prodotto molti prototipi di bici elettriche per svariate aziende, lavoro questo che sto ancora eseguendo, e il mercato è in continua evoluzione. Motori più compatti, batterie con capacità migliori. Il futuro è elettrico.

Da grande appassionato di montagna e di bici, raccontaci un po’ del tuo viaggio attraverso i passi alpini del Trentino e delle sensazioni che hai provato!

Che dire, una figata! Passami il termine. Paesaggi incredibili, 1000 mt di ‘paretone’ che fanno paura solo a guardarle (scalare è un’altra grande passione di Daniele).
L’anno scorso io e la mia ragazza, con le VALE (la mia prima cargobike), abbiamo pedalato sui passi più ambiti delle Dolomiti: Sella, Gardena, Pordoi, Val Parola, Falzarego.
Ce la siamo presi con calma: due giorni per un’ottantina di Km al giorno.
Zaino, tenda, sacco a pelo e tutto il necessario per passare due giorni splendidi in bicicletta.
In tre parole: verde (boschi e prati), grigio (vie infinite) e blu (il cielo sopra Cassiopeo, una cascata di ghiaccio in val Lasties – dietro al Pordoi).

Chi va in montagna conosce bene l’importanza di organizzare al meglio i materiali nello zaino, specie per viaggi lunghi. Questo viaggio che è stata l’occasione per testare le tue bici ma anche per immaginare un nuovo modo di vivere la vacanza, ricercando soluzioni tecnologiche per abbattere i pesi di sacco a pelo, tenda e attrezzatura da campeggio…

Si esatto, leggerezza prima di tutto. Dalla bici all’equipaggiamento.
Le Dolomiti sono state il banco di prova dell’attrezzatura CAMP per il campeggio adottatta a corredo della VALE per il cicloturismo. La dotazione era composta da:
– un sacco letto da 300 g (modello ed line)
– compact mate light 465 g
– tenda minimal 2SL 1500 g
– abbigliamento antiacqua: full protection jaket 180 g \ full protection pant 140 g
Per un totale di 2.585 g di massimo comfort!

Progetti futuri?

Cercare di migliorare – per quello che posso – gli spostamenti della maggior parte di noi: commuting quotidiano casa – lavoro, spese giornaliere, portare i bimbi a scuola, cicloturismo per un turismo reponsabile.
Realtà come quella di Groninghen (Olanda) fanno pensare.. E’ una città silenziosa e pulita, dove è consentito spostarsi solo in bici o a piedi. Sono convinto che il futuro sarà elettrico, silenzioso e pulito. Il futuro è adesso.

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AUTORE DEL POST:

Alessio Migazzi

Appassionato di management e strategia d’impresa, ha lavorato prevalentemente nel campo della comunicazione come project & marketing manager sia come responsabile di produzione di format tv, settore che tutt’ora segue con grande interesse.

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