MINI TREKKING DEL SETTE SELLE

Attività:

  • Difficoltá
  • Durata:
    ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

Fantastica “cavalcata” di cime in valle dei Mocheni – 11 agosto 2005
Questa settimana proponiamo un entusiasmante mini-trekking di una giornata nel Lagorai sud-occidentale, precisamente nella splendida Valle dei Mocheni. Sono circa 12 km che si sviluppano in quota, percorrendo in buona parte la dorsale che si dirama dalla Cima di Sette Selle di 2396 metri. Per gli esperti proponiamo anche la salita a quest’ultima e alla cima “gemella” del Sasso Rotto.

Descrizione
Il percorso si snoda in una delle zone più belle del Lagorai sud occidentale, ovvero la catena di cime che contorna a est la Valle dei Mocheni. Si risale il bel bosco di Laner fino a Intertol e al Rifugio Sette Selle, quindi fino alla spalla della Cima di Sette Selle: da qui in poi si prosegue costantemente in quota sui 2200-2300 metri tra grandiosi e selvaggi panorami. Dalla Cima di Sette Selle (salita per escursionisti esperti) si ha una veduta a 360° a dir poco spettacolosa: breve ma emozionante la traversata alla cima del Sasso Rotto, destreggiandosi tra giganteschi macigni in un paesaggio dall’aspetto lunare.

Percorso
Il trekking inizia in località Frotten, a monte di Palù del Fersina, in cima alla Valle dei Mocheni, dove si lascia l’auto. Si prende subito il sentiero 343 per il Rifugio Sette Selle (nel momento in cui scriviamo chiuso per ristrutturazione), che si raggiunge facilmente in circa 1 ora e mezza percorrendo la stupenda Val di Làner (localmente Intertol). Il Rifugio Sette Selle, costruito con pietre del luogo, semplice ed austero ma dotato di tutti i servizi indispensabili, fu realizzato dai soci della Sezione S.A.T (Società degli Alpinisti Tridentini) di Pergine Valsugana e inaugurato il 7 ottobre 1978 in occasione dell’ 84° congresso della S.A.T. Sorge in una posizione strategica nell’alta Val di Laner, una porta previlegiata per entrare nella Catena del Lagorai dalla Valle dei Mocheni verso verso il Monte Croce, la Val Calamento, il Laiton, il Lago di Erdèmolo e la lunga dorsale che porta fino alla Panarotta traversando il Gronlait e il Fravort. Dal rifugio noi continuiamo il nostro itinerario proseguendo per il sentiero 343, che si alza ancora di quota risalendo per una mulattiera militare della Grande Guerra un’ampia e selvaggia conca pietrosa, che si rimonta a zig zag fin sotto la parete nord della Cima di Sette Selle. Qui incontriamo il sentiero 315 che proviene da Forcella Ezze: vale la pena fare una breve digressione per raggiungere la forcella, in circa 15 minuti, con evidenti resti di guerra, trinceramenti, massicciate, caverne, e per vedere il versante con il Lago D’Ezze, l’ampia Busa della Pesa e Malga D’Ezze. Proseguiamo per il 343 fino a rimontare lo spallone nord-ovest dove c’è un piccolo ma splendido poggio panoramico. Qui, lungo lo spigolo nord ovest, inizia la salita alla Cima di Sette Selle (per esperti, difficoltà di 1°): chi non vuole affrontare la cima non deve far altro che proseguire per il facile sentiero che scende un po’ di quota e poi traversa il fianco ovest della cima di Sette Selle, il Sasso Rotto, il Sasso Rosso fino all’ampia Forcella di Conella m 2293.

Salita alla Cima di Sette Selle e traversata al Sasso Rotto
La salita non è difficile ma è riservata ad escursionisti esperti. Si svolge su uno spigolo pietroso dove si deve arrampicare frequentemente, sia pure con abbondanza di solidi appigli, qualche tratto leggermente esposto e con difficoltà mai superiore al 1° grado. Con la dovuta attenzione si arriva facilmente alla cima in circa 30-45 minuti, con panorama vastissimo a 360°. Ora inizia il bello: perché la traversata avviene lungo la cresta che è un caotico ammasso di macigni grossi come automobili e, talvolta, come piccole corriere. Il paesaggio è decisamente lunare e si resta spesso a bocca aperta osservando gigantesche pietre dalle forme più bizzarre. Per fortuna la via è piuttosto ben segnata con i soliti segni bianco/rosso. Bisogna comunque procedere con molta attenzione in quanto alcuni dei massi più piccoli (del peso comunque di qualche centinaio di kg!) potrebbero essere instabili e quindi conviene badare bene a dove si mettono i piedi, anche perché tra un macigno e l’altro ci sono spesso buchi profondi parecchi metri. Uno scivolone potrebbe avere quindi assai brutte conseguenze. E’ un percorso da evitare quindi con la pioggia, brutto tempo (pericolo fulmini!) e scarsa visibilità. Con la dovuta calma e cautela comunque non ci sono problemi, si cala leggermente di quota e poi si risale all’opposto fino alla vetta gemella, il Sasso Rotto, segnato sulla carta con la medesima quota del Sette Selle. Su delle enormi pietre ai piedi della croce sono dipinte due grandi aquile, una reca la scritta Tirolo, Gott und Heimat (Tirolo, Dio e Patria). Ora inizia la discesa, e anche qui bisogna prestare molta attenzione poiché le carte (Kompass 626 e Geo 1:25.000) sono molto imprecise e non riportano né i sentieri di salita né discesa, e non sono quindi di nessun d’aiuto. Dalla Cima Sasso Rotto (indicazioni sulla pietra in vetta) arriva per lo spigolo sud la via alpinistica Giuliani, che è una via di roccia difficile con alcuni passaggi scabrosi. Se non siete attrezzati e preparati, lasciate perdere. Per fortuna, anche se sulla cima non è indicato da nessuna parte, sul fianco ovest cala un ripido sentiero che ci riporta sul sentiero 343. Dalla croce di vetta, basta sporgersi sul versante ovest per vedere il ripido vallone con i segni del sentiero ben evidenti. Si scende quindi con attenzione, aggirando qua e là i soliti macigni con qualche breve passaggio arrampicatorio, poi finalmente si cala ripidamente di quota senza difficoltà fino a raggiungere il sentiero 343, che qua e là diventa mulattiera militare attraverso una pietraia per arrivare all’ampia forcella di Conella.

Da Forcella di Conella a Lago Erdemolo
Da Forcella di Conella in caso di maltempo o emergenza è possibile scendere a valle accorciando il percorso seguendo le tracce a nord ovest nell’ampio impluvio calando di quota fino a raggiungere il sentiero 324. Noi invece proseguiamo puntando decisi verso la forcelletta poco più in alto, che si raggiunge in circa 15 minuti, per calare quindi a Forcella Cavè. Di qui si risale ancora l’erto spallone di Cima Cavè, quindi si prosegue in costa, con leggeri saliscendi, aggirando Monte del Lago e infine calando leggermente fino alla Forcella del Lago, dove possiamo finalmente scorgere il magnifico Lago di Erdemolo con le sue acque azzurro cobalto, e il vicino rifugio omonimo. Dopo una sosta ristoratrice al rifugio, si riprende la marcia per facile mulattiera con segnavia 325 fino al fondovalle a Frotten, dove abbiamo l’auto. Chi avesse ancora birra in corpo può rientrare, come alternativa e con lungo traverso in costa, per il sentiero 324, che aggira l’Hoamonder per ricongiungersi col 343 che scende dal Rifugio Sette Selle.

testi e foto di
Alessandro Ghezzer

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