MONTE MACAION m 1865

Attività:

  • Difficoltá
  • Durata:
    ore
  • Lunghezza
    km
  • Dislivello
    m
  • Altitudine Massima
    m slm

Superbo panorama sulla Val D’Adige, Bolzano e Merano – 23 marzo 2006
Proseguiamo “l’esplorazione” della lunga Catena della Mendola, dopo le escursioni al Roèn e al Corno di Tres, con il Monte Macaiòn m 1865. Posto all’estremo settentrione della catena offre un panorama superbo a sbalzo sulla val D’Adige, su Bolzano e Merano.

Descrizione
Si tratta di un’escursione facile, adatta a tutti, generalmente sicura da valanghe, ideale con ciaspole e sci da escursionismo: attenzione in quest’ultimo caso alla discesa che potrebbe essere difficoltosa con gli sci con neve ghiacciata, la stradella è stretta e senza spazi di manovra. Il dislivello è modesto e l’itinerario sale gradualmente con pendenze modeste e a tratti quasi pianeggianti. E’ una splendida passeggiata anche da fare a piedi se qualcuno ha già battuto precedentemente la traccia. In caso contrario sarà molto faticoso procedere nella neve fresca e in certi punti anche trovare l’orientamento. La prima parte del percorso è forse un po’ monotona poiché si svolge interamente su una lunga strada forestale nel bosco. La seconda parte è decisamente più bella, il paesaggio si apre e si fa più arioso, col sentiero che si snoda sinuoso tra valli e vallette punteggiate di belle radure: il paesaggio ricorda vagamente quello scandinavo.

Itinerario
Dall’abitato di Fondo si prende la strada per il Lago Smeraldo, poco fuori del paese, quindi si prosegue per circa 2 km fino ad uno spiazzo dove si lascia l’auto. Qui si prende la stradella contrassegnata dal sentiero 513, che sale gradualmente nel bosco. I problemi di orientamento a questo punto sono bell’e che finiti 🙂 Basta infatti seguire la strada che, per circa 8 km, vi conduce senza problemi fino alla vetta, che in realtà è un comodo “panettone” che si sale senza difficoltà con un paio di zig zag. Sulla cima si può osservare il radar meteorologico e, poco più a nord, la Croce del Macaiòn da cui si gode un grandioso panorama sulla la Val D’Adige fino a Merano. La strada del ritorno è la stessa dell’andata. Per chi non ne avesse abbastanza e volesse chiudere il giro “ad anello”, dalla croce della cima può proseguire per segnavia 512 e 511 fino alla Malga di Fondo m 1488, per rientrare quindi sul lato opposto della valle con la lunghissima forestale, fino poco a valle al punto di partenza.

Il Canyon del Rio Sass
Dalla riva meridionale del Lago Smeraldo, nei pressi dell’Albergo Smeraldo, una una spaccatura nella roccia dà l’accesso al Canyon del Rio Sass. Il percorso è attrezzato con passerelle in metallo e scende lungo la voragine scavata dal rio che rumoreggia sul fondo della gola 50 metri più in basso. Il canyon taglia praticamente in due il paese di Fondo: lungo il percorso acque vorticose, cascate e marmitte dei giganti, stalattiti e stalagmiti, per un dislivello complessivo di 145 metri e 348 gradini. La distanza fra le due pareti varia del canyon da un minimo di 25 cm a circa 30 m, con colonie di alghe rosse e verdi che tingono le rocce con con colori sorprendenti. Sul fondo della gola che attraversa il paese è stato ricostruito l’antico mulino. Tutto il percorso fino a Fondo dura circa un’ora abbondante. L’ingresso al canyon è regolamentato, per informazioni e visite guidate si consiglia di contattare la locale APT.

Il radar meteorologico di Monte Macaiòn
Sulla cima del Monte Macaiòn, ovvero sul confine fra la provincia di Trento e quella di Bolzano ed a poca distanza dal Comune di Fondo in Val di No, esiste un particolare radar meteorologico, facilmente visibile tra il boschetto di larici della vetta. Il sistema prescelto è il radar EEC DWSR-2500 C.

Come funziona
Il radar è uno strumento che consente di rilevare la presenza di oggetti distanti, di localizzarli nello spazio e di ottenere informazioni sulla loro natura fisico-geometrica. Nel caso particolare di un radar meteorologico, tali oggetti sono tipicamente le idrometeore (precipitazioni ndr), siano esse gocce di pioggia oppure neve, grandine o pioggia ghiacciata. Il radar genera un impulso elettromagnetico che viene focalizzato da un’antenna e trasmesso nell’atmosfera (fascio radar). Gli oggetti che si trovano lungo il percorso di tale impulso elettromagnetico (le idrometeore per esempio) diffondono nell’ambiente circostante l’energia elettromagnetica da cui vengono investiti. Parte di tale energia viene retrodiffusa verso il radar, la cui antenna ricevente invia i dati al ricevitore. Tramite l’analisi delle proprietà di tale segnale è possibile ottenere diverse informazioni circa l’insieme delle idrometeore osservate, come la loro distanza rispetto all’antenna radar, le loro dimensioni e la loro velocità di spostamento rispetto al radar. Poiché l’intensità di precipitazione è in rapporto al volume delle gocce e della loro velocità di caduta (funzione anch’essa del diametro delle gocce), le informazioni ricavate dal radar consentono una stima indiretta dell’intensità di precipitazione in atto. In parole povere grazie al radar è possibile, per esempio, seguire in tempo reale l’evoluzione delle precipitazioni (monitoraggio e previsione a breve termine) e delle grandinate. In una valle estesamente coltivata come la Valle di Non (mele) ciò permette di adottare misure difensive come l’apertura delle reti antigrandine (in futuro con apertura automatizzata). Il radar permette il monitoraggio di condizioni meteorologiche estreme, ad esempio fenomeni di piena dei corsi d’acqua in particolare, con particolare riguardo all’alto bacino del fiume Adige, per prevedere e fronteggiare alluvioni e inondazioni.

Radar meteorologico, per saperne di più

MeteotrentinoVia Vannetti n 41 – 38100 Trento
Tel. 0461/494877 – fax 0461/238305
bollettini meteo: messaggio registrato: 0461 / 238939 – self fax:
0461 / 237089 www.meteotrentino.it

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